Lama d'Antico - Restauro virtuale

La chiesa rupestre di Lama d'Antico, situata nei pressi della stazione di Fasano (BR) all'interno dell'omonimo parco di proprietà comunale, è una delle più note nel panorama di studi specialistici dedicati all'architettura rurale e alla pittura di età medievale in Puglia: l'ambiente è distinto in due navate diseguali, absidate e orientate, separate da setti rocciosi e pilastri, ma sono le volte che rivelano principalmente lo sperimentalismo tipico di queste architetture scavate: nella navata principale due alte volte a botte con sviluppo longitudinale sono presenti nelle campate laterali, impostate sui pilastri centrali e sul perimetrale, mentre la zona centrale è oggi occupata da un'ampia apertura anticipata da un tamburo quadrato.

Il superstite programma decorativo, già oggetto di un intervento di restauro nel 2003, è di particolare interesse per l'insistita presenza di santi vescovi, identificati da iscrizioni in greco o latino, che, riccamente vestiti con indosso il pallio o l'omophorion, appaiono nelle arcate e sulle pareti laterali della campata sud-ovest. Del tutto singolare, invece, è il programma iconografico rappresentato sulla parete absidale: si tratta di una particolare "Deesis-visione", con la raffigurazione del Cristo in trono inserita all'interno di una mandorla di luce sorretta dai simboli degli evangelisti e posta centralmente fra gli altri due protagonisti, rappresentati da san Giovanni Battista Vergine e dalla Vergine.

La consistenza degli affreschi e lo stato di conservazione hanno suggerito un progetto di recupero nel 2019 attraverso il ricorso alla moderna tecnica del restauro virtuale (Lama d'Antico Virtual Restoration Experience), in grado di garantire un ottimale processo di documentazione e, al tempo stesso, di favorire un incremento del processo conoscitivo dei manufatti pittorici, grazie all'impiego della tecnologia digitale nello studio dei brani superstiti. Questa tecnica, infatti, denominata anche "restauro elettronico" o "ripristino iconografico digitale", pur non intervenendo direttamente sull'opera ha come obbiettivo un'integrazione conoscitiva della stessa grazie alle possibilità offerte dalla Computer Graphic di operare virtualmente su una copia digitalizzata dell'originale, seguendo regole e principi propri del restauro reale, attraverso una rigorosa metodologia che si pone a garanzia della scientificità del risultato. Nel caso specifico, il vantaggio del ricorso al restauro virtuale ha dato la possibilità di poter intervenire su pitture ormai irrimediabilmente compromesse dal degrado dovuto al tempo e all'intervento di agenti naturali e antropici, cercando, attraverso una dettagliata mappatura digitale dell'esistente e uno studio iconografico del superstite, di restituire la leggibilità originaria della decorazione. 

La sovrapposizione del dato virtuale su quello reale, attraverso un videomapping immersivo, ha permesso di ricreare una terza realtà all'interno della quale il visitatore può fruire i contenuti multimediali senza alcuna mediazione di dispositivi informatici (visori VR, tablet, smartphone, etc.). In tal modo è stata raggiunta una visione immersiva fatta di luci e suoni, non mediata da alcuna voce guida, ma che lascia spazio alle emozioni del visitatore e grazie alla quale l'intera chiesa ha acquistato vitalità, protagonismo e una capacità di comunicare se stessa ad un pubblico più ampio.

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